Mario Sideri
Mario Sideri mi ha salvato la vita. Qualunque cosa mi accada oggi o domani, ho vissuto fino al giorno in cui scrivo queste righe perché Mario si è accorto di un problema che avrebbe potuto uccidermi, e lo ha fatto senza il supporto di esami che, pure eseguiti in un centro di eccellenza, non indicavano anomalie particolari. Ha seguito l’istinto. E sono viva.
Mario Sideri è stato un ginecologo famoso nel mondo, un uomo simpatico e tenace, il marito di Daniela e il papà di Matteo, un figlio, un fratello e uno zio amatissimo. Per chi ha lavorato con lui è il ricordo indelebile che fa sorridere. Per le sue pazienti il salvatore, il confidente, la forza energica e buona. Per me è Mario.
Mario amava le barche e le moto, tra le altre cose: una delle sue moto è la KTM Red Bull che definii subito con pochissimo tatto “una moto da tamarro”. La moto da tamarro lo accompagnò in un meraviglioso viaggio la sera del 28 giugno 2014, e fu proprio la moto a essere ritrovata prima di lui. In un buco misterioso di tempo e luogo, con il contributo colpevole di qualcuno che tuttora non ha voglia di mostrare il suo volto, Mario è volato altrove.
Sauro nel romanzo è il ritratto di Mario, non serve che dica altro su ciò che mi lega a lui: è nella storia che ho raccontato.
Nel suo ricordo la famiglia ha deciso di destinare eventuali donazioni al progetto dell’Ospedale di Kalongo che trovate a questo link